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Una causa che parte da Napoli e che arriva fino in America, e precisamente a Mountain View dove si trova il quartier generale di Google, la società dell’omonimo motore di ricerca. La causa, per la quale viene chiesto un risarcimento danni per 1 milione di euro, è stata avviata da una storica pizzeria del capoluogo campano.
Trattasi, in accordo con quanto riportato da LaStampa.it, della storica pizzeria Brandi di Napoli con Google accusata di aver classificato la pizzeria come ‘definitivamente chiusa‘ in base ai risultati emersi effettuando le ricerche con Google search.
Per dieci giorni secondo i risultati del motore la pizzeria, indicata come ‘definitivamente chiusa’, avrebbe subito dei danni di immagine secondo il legale che nell’avviare la causa chiederà alla società di Mountain View come sia stato possibile fornire una notizia falsa che, tra l’altro, la concorrenza ha potuto sfruttare ad arte.
L’indicazione errata sarebbe stata riportata dal motore di ricerca Google nel periodo tra la fine di aprile e l’inizio dello scorso mese di maggio del 2016. E proprio in quei giorni sarebbero stati tanti i clienti della pizzeria Brandi di Napoli, unitamente agli albergatori, a telefonare ed a chiedere come mai fosse stata improvvisamente cessata l’attività mentre invece la pizzeria era regolarmente aperta.
Di conseguenza la pizzeria Brandi, a tutela della propria immagine, si è rivolta all’associazione Noi Consumatori. Non a caso il legale incaricato è l’avvocato Angelo Pisani che è il fondatore di Noi Consumatori – Movimento Anti-Equitalia, Associazione nata per ‘denunciare e contrastare soprusi, ingiustizie ed abusi a danno del cittadino, della società e dell’ambiente‘.
