Da diversi anni a questa parte, stiamo assistendo a un prepotente ritorno in auge della moda vintage.
Lo vediamo sui social, dove numerosi creator si sono specializzati nella ricerca di capi risalenti agli anni del boom economico – o addirittura a decenni precedenti – includendoli in outfit che fanno pensare che il tempo non sia passato, ma anche sulle passerelle, dove i brand attualmente sulla cresta dell’onda mostrano le loro creazioni.
Tra marchi specializzati in moda femminile che per omaggiare gli anni ‘40 e ‘50 si rivolgono, per personalizzare i loro capi, ad aziende specializzate in ricami punto croce, dettagli che, al primo sguardo, ci riportano e periodi in cui ogni singolo vestito veniva confezionato – ed eventualmente aggiustato – dalla sarta di quartiere con il suo piccolo laboratorio casalingo, depositaria di un sapere tramandato di generazione in generazione, al menswear che punta alla massima formalità, c’è l’imbarazzo della scelta.
A cosa è dovuto questo boom? Al cosiddetto effetto nostalgia, che possiamo vedere soprattutto quando osserviamo le ultime proposte dei grandi brand per quanto riguarda la moda maschile, decisamente più conservativa rispetto a quella destinata al pubblico femminile.
Facciamo un salto indietro nel tempo all’inizio dell’autunno 2024, quando, nel corso delle fashion week internazionali, sono state presentate le collezioni per la primavera e l’estate.
Tra i capi più visti sulle passerelle di moda maschile, hanno spiccato indubbiamente le giacche con spalle ampie, portate sopra a camicie con baveri di dimensioni importanti.
Come mai, in un mondo in cui il fashion, soprattutto negli ultimi anni, si sta aprendo a innovazioni interessanti, intercettando le istanze di una società sempre più fluida e inclusiva, diversi grandi marchi omaggiano il passato?
Per un motivo molto semplice: la certezza di proporre al mercato un prodotto che piace.
Soprattutto quando si parla delle scelte di acquisto fashion maschili, è più frequente avere a che fare con un cliente che sceglie look classici – per esempio il completo giacca, portata magari anche strizzando l’occhio all’informalità evitando la camicia, e pantalone – aprendosi di tanto in tanto alle innovazioni e a quei dettagli che raccontano la voglia di osare e di distinguersi dalla massa.
Un nuovo approccio alla moda
Il retrò – e in questo caso guardiamo più alla moda femminile – conquista anche per un altro motivo. Quale di preciso? Il suo aver riportato al centro dell’attenzione un nuovo approccio alla moda.
Dopo anni di fast fashion, diverse inchieste giornalistiche hanno aperto gli occhi all’utenza, portando tantissime persone a fare un passo indietro relativamente alle loro scelte di acquisto.
Ridurre l’impatto ambientale, scegliendo capi che non devono per forza risalire agli anni ‘40, ‘50 e ‘60, ma che sono prodotti a km 0 o quasi, rivolgendosi a eccellenze locali per la fornitura di tessuti e per le lavorazioni, è un must al giorno d’oggi.
Attraverso il recupero di capi originali di quel periodo o di soluzioni più recenti, ma che richiamano l’estetica di allora, si può dare spazio a un’altra concezione della moda che si sta facendo strada di recente, ossia quella basata sulla ricerca di brand di nicchia e dell’unicità degli outfit.
Da non dimenticare anche la scelta, sempre più frequente negli ultimi anni, di considerare capi e accessori del passato o pezzi di vintage contemporaneo come una strada per investire sul lungo termine.
Sì, hai capito bene: il mattone non è l’unico bene rifugio a cui fa riferimento chi dedica attenzione alle proprie finanze.
Anche scegliendo su un sito specializzato una borsa anni ‘50 o un vestito che omaggia l’estetica di quel periodo si possono fare, in un futuro non troppo lontano, i classici affari d’oro. Soprattutto in USA, questa tendenza ha numeri a dir poco interessanti.